La cresta del Terminillo e della Sassetelli fino alla Cima di Val d'Organo

Dedicata al ricordo di Roberta Cenciotti di Rieti


Il Club 2000m ha permesso di realizzare non solo la scoperta di territori e montagne mai raggiunte a causa della loro lontananza, ma anche e soprattutto ha dato il via ad una serie di rapporti di conoscenza poi trasformatasi in amicizia profonda di molti esploratori solitari che, alla ricerca di informazioni sulle montagne agognate, vagavano su Internet alla ricerca di relazioni fatte da precursori. Il modesto scritto che avrete la bontà di leggere ha bisogno di questa premessa per capire come nella vita possono nascere dei rapporti veri grazie alla montagna nostra passione di vita. Negli ultimi anni sono stato, con assidua frequenza, un “ solitario conquistatore “ di cime Appenniniche; facevo parte di questa categoria di persone che durante la settimana, per la preparazione della sua ascesa, cercava le relazioni di vari gruppi escursionistici come Le mie Passeggiate di Giuseppe Albrizio del Club 2000m, Aria Sottile di Giorgio Carrozzini, …quelli di Aria Sottile di Doriano Rasicci, Scarponi e Pedali di Marco di Tommaso con i suoi Zis, Monti Invisibili di Marco Sances e altri ancora. Da ognuno di loro ho preso tanto sia in termini di conoscenza del territorio sia, e soprattutto, in termini di bellezza della loro prosa che riusciva a rendere con le parole le sensazioni intime che avevano provato. Pian piano sono riuscito a confrontarmi con loro dal vivo. Fra tutti questi grandi Appenninisti, mi mancava solo Doriano ed il suo gruppo chiamato …quelli di Aria Sottile di cui avevo sentito parlare con grande affetto dal mio caro amico Augusto Catalani. Le sue relazioni erano molto profonde con un taglio diverso rispetto alle altre (ognuno ha giustamente il suo modo di scrivere che rispecchia il proprio carattere, la propria cultura, il proprio vissuto, le proprie origini). Quello che mi colpiva di più era il senso del gruppo che riusciva a dare. Il mio rapporto con Doriano si era negli ultimi mesi stretto molto per un notevole rapporto epistolare reciproco intercorso dovuto ad accadimenti avvenuti all’interno del Club 2000m. Quale occasione migliore se non salire su qualche montagna finalmente insieme a Doriano, grazie ad Augusto Catalani, per questa ascesa che è ora di narrare? Per la prima volta non mi devo preoccupare di nulla in merito alla traccia da seguire ho degli accompagnatori personali rappresentati da Doriano con la sua compagna , Augusto, Giorgio Di Stefano, Stefano Frasca con la compagnia anche di Marco Ricci che era venuto con me da Roma. Sulle Montagne che compongono il massiccio del Terminillo ero salito varie volte da più versanti e anche dai canali sia d’inverno che d’estate, come molti di noi d’altronde, ma questa volta c’era la novità rappresentata dalla nuova cima inserita nell’elenco del 2015 del Club 2000m, cima vall’Organo, che ci spingeva a ripercorrere di nuovo il Massiccio. Fatte le presentazioni d’obbligo fra di noi nuovi a Pian dei Valli, ci confermiamo l’itinerario che prevede una traversata, per cui la mia auto viene parcheggiata a quota 1570 metri presso la sommità del Pianoro Erba Pulita , nelle vicinanze della vecchia e abbandonata, ormai da anni, seggiovia che portava al Rifugio Massimo Rinaldi, mentre l’altra di Doriano viene posta nei pressi del Rifugio Sebastiani a quota 1820 metri dove peraltro termina la strada di collegamento. Sono un po’ preoccupato in quanto vengo da un severo infortunio muscolare al polpaccio che mi ha tenuto lontano dalla montagna 50 giorni e ho paura di rifarmi male essendo quello un punto dove le ricadute sono frequenti. Il Meteo doveva essere molto più bello a vedere le previsioni del giorno prima, invece le stratificazioni previste sono molto spesse e quasi tendono al molto nuvoloso. La temperatura purtroppo non è molto bassa considerando il periodo siamo intorno ai 2 gradi a quota 1570 metri di Altitudine. Il vento invece è di molto più forte rispetto alle previsioni che davano vento moderato. Verso le 9 partiamo sapendo che il giro da fare non sarà molto lungo almeno per il nostro modo di vivere la montagna. La partenza non è gradevole sia perché è subito salita immediata senza riscaldamento sia perché sappiamo che in quota c’è l’incognita del vento che già a Valle si era fatto sentire. Arrivati dopo 20 minuti alla sella che divide il Monte Terminilluccio con le sue famigerate antenne, quota 1780 metri, all’inizio del sentiero che porterà poi al Rifugio Rinaldi e quindi in vetta al monte Terminilletto, a quota 2108, capiamo che l’escursione prevista non sarà facile a causa del forte vento che secondo me raggiunge in alcuni momenti anche gli 80 Km orari. Nessuno lo dice ma dentro di noi sappiamo che arrivati sulla cresta del Terminillo, se il vento dovesse aumentare, forse avremmo dovuto rinunciare. Non si riesce a parlare molto fra di noi, come solitamente avviene in questi casi, il vento te lo impedisce. La salita è a zig-zag e quando il vento è alle spalle la cosa è molto gradevole. Doriano è molto cavaliere con la sua dama cercando di proteggerla, come una baluardo umano dalle folate, ponendosi a sua protezione a seconda della direzione del vento. Alle 10.20 siamo al Rifugio Rinaldi non senza aver ammirato la quasi strapiombante Valle dell’Inferno che ancora mi fa venire i brividi avendola discesa qualche anno fa con la neve ghiacciata durante una mia sci-alpinistica. Troviamo riparo dietro al Rifugio, qualcuno mangia qualcosa, molti approfittano per fare le foto dal balcone che permette una visuale quasi a 360 gradi su tutto l’Appennino. Nonostante le nuvole stratificate la visibilità è ottima e riusciamo a leggere come una mappa il nostro Appennino, cima per cima, è questo il bello del Club 2000m. Siamo una cartografia fotografica vivente. Addirittura si arrivano a scorgere le montagne vicine al Mar Tirreno fino al Monte Amiata.Fantastico. Si riparte con la voglia di fare una delle crestine (dal mio punto di vista) più affascinanti, nella loro Semplicità, di tutto l’Appennino. Non può stancarti questa salita perché mentre sali hai alla tua sinistra la valle degli Angeli posta alla base dell’intera Cresta Sassetelli, di fronte le roccette che portano ai 2216 metri della montagna di Roma, a destra in lontananza le gole di Antrodoco con il Monte Giano e la sua scritta Dux che fortunatamente, nonostante l’ignoranza umana, non è stata cancellata (per una volta non si è ragionato da un punto di vista politico ma da un punto di vista storico). Alle 11.20 siamo sul punto trigonometrico che ufficializza i 2216 metri del Terminillo. Considerando tutto ci sono solo 2 persone e poi rimaniamo soli. Ricordo con piacere tutte le sensazioni provate ogniqualvolta ci sono salito. Quella più forte è la mia prima d’inverno come alpinistica dal canale centrale. Fortunatamente il vento diminuisce di molto e questo ci permette di affrontare l’intera cresta con più tranquillità e con molta meno fatica. In cresta abbiamo una maggiore sensazione d’inverno,la neve è rimasta, contrariamente al versante Sud finora percorso, che ci ha visto salire su prato e neve sciolta ghiacciata. Alle 12.00 siamo sull’ometto che identifica i 2139 metri di Vetta Sassetelli. Dopo la foto di rito ricominciamo a percorrere la lunga cresta che ci porterà fino all’ultima cima della giornata, inserita da poco nella lista del Club2000m, detta vall’Organo, con i suoi 2090 metri. E’ molto vicina al bivio che porta a Ovest verso Pian dei Valli e a Est verso Le Scangive. Intorno alle 13.00 realizziamo una foto che rappresenta lo spirito che ci lega. Sopra la nuova cima del nuovo elenco del Club 2000m quasi tutte le mani di questo gruppo reggono con vigoria, a causa del vento che ha ricominciato a tirare forte, la bandiera con il logo del Club 2000m. Inizia la seconda fase della nostra ascesa. La più faticosa ma anche la più bella e per altro a me sconosciuta (questo versante mi mancava). Non riesco a comprendere quando qualcuno dice che le Alpi o le Dolomiti sono più belle dei nostri Appennini. Provate a fare questo nostro percorso d’inverno o d’estate e poi mi direte. Tutto ad Est e sotto le Pareti Nord del grande Massiccio del Terminillo sono rimasto senza parole. Dai 1917 metri della Sella che ti porta alla sommità della Valle del Meta confinante con la Vallonina fino al lungo traverso alto (1950 metri) delle Scangive che porta poi alla Sella di Leonessa si alternano ben 3 pareti dolomitiche con i loro verticali pilastri che incutono timore ma al contempo ammirazione, una bellezza che ti fa capire la fortuna che hai nel vivere questi momenti. Questa meraviglia non ti fa sentire la pesantezza e la profondità della neve (sarebbero servite le ciaspole), ma anche la pericolosità di quello che stai facendo nel caso ci fosse poca neve e per giunta ghiacciata. Proprio qui infatti pochi giorni fa perse la vita una ragazza di 46 anni Roberta Cenciotti di Rieti. Il mio amico Augusto Catalani, con noi oggi, visse la drammaticità di quei momenti in diretta con tutto il carico di tristezza e di amarezza che rimangono per sempre nell’animo. La sua grande sensibilità lo riporta materialmente in quel maledetto punto. In un silenzio irreale all’ombra dei severi pilastri della cresta Sassetelli ha portato un piccolo cippo in legno con un foulard affinchè non ci si possa dimenticare di quello che la montagna offre ma anche di quello che prende quando qualcuno decide che così deve andare. Quando avvengono queste disgrazie soffro molto e per qualche giorno il mio cuore torna sempre al momento, al luogo, al pensiero di quello che stanno patendo le persone care. Mi soffermo anche sul fatto che potevo esserci anche io al posto di quella persona, lo metto in conto e rifletto. Dopo un momento di raccoglimento ripartiamo alla volta del sentiero che segue con i suoi sali e scendi le selle che separano i 3 Bastioni. Ad un certo punto la neve nasconde i segnali e perdiamo la traccia che però dall’alto di una roccia Augusto ritrova per ritornare sulla retta via. Ci manca l’ultima salita ripida che porta ai 1850 metri della Sella di Leonessa che raggiungiamo alle 15.00. Con 30 minuti attraversiamo la piana alla base della parete Nord più conosciuta del Terminillo che ci porta al Rifugio Sebastiani dove speriamo di trovare qualcosa da mangiare di caldo. I gestori del Rifugio molto carinamente, nonostante l’ora tarda ,si dicono disponibili a cucinare e riuniti tutti al tavolo finalmente ci riscaldiamo dal freddo preso per il forte vento che a tratti ci ha fatto compagnia durante tutta l’ascesa. I cavatielli al sugo con arrosto misto e scamorza insieme alla cicoria bagnata da vino rosso rendono i commensali più allegri, soprattutto il sottoscritto che abituato a tener banco come da carattere, scherza sulla incredibile ma vera giovinezza, a dispetto dall’età, di Giorgio Di Stefano oltre che per il suo carattere molto pragmatico e concreto. Doriano e Marina ascoltano compiaciuti insieme al silenzioso (almeno oggi) ternano Stefano Frasca e al nuovo compagno di gruppo Marco Ricci. Poi all’improvviso Doriano estrae lo scudetto di …quelli di Aria Sottile e me lo porge con affetto come dire “ sei dei nostri “. Un momento che non mi aspettavo e che dimostra proprio quello spirito di gruppo di cui parlavo all’inizio della mia relazione. Ringrazio ancora Doriano per questo attestato di stima che porterò per sempre con me con la certezza che, anche se il mio animo rimane solitario, sono certo che salirò altre montagne con Loro. Non rimane che salutarci con l’ennesimo regalo che la montagna ti offre rappresentando un tramonto che neanche un pittore maestro dei pastelli più belli potrà mai disegnare. Ennesimo momento unico di una giornata spazzata dal vento ma riempita dal battito dei nostri cuori.